NUOTO E SCOLIOSI DAVVERO BINOMIO PERFETTO?
Prima di andare nel vivo della questione innanzitutto occorre far chiarezza sui termini di “Scoliosi” e “Atteggiamento scoliotico”.
La prima è una patologia irreversibile della colonna vertebrale, caratterizzata da una deviazione del rachide che costringe le vertebre a inclinarsi lateralmente e a ruotare con una conseguente deformazione della gabbia toracica, il secondo non comporta deformazioni permanenti.
La scoliosi soprattutto se lieve o moderata non controindica nella maniera più assoluta la pratica di un attività sportiva qualunque essa sia. Ciascuno sport ha i suoi pregi ed i suoi difetti, ma non ce ne sono di assolutamente vietati.
Andiamo ad affrontare il punto di questo articolo, il nuoto rappresenta davvero un valido metodo di cura grazie alla sua specifica caratteristica di essere praticato in galleggiamento? ed inoltre davvero permette uno sviluppo armonioso e globale di tutto l’apparato muscolare ed in particolare della muscolatura che “sostiene la colonna“?
La risposta a queste domande è NO, il mito del nuoto quale toccasana contro la scoliosi è ormai sfatato da tempo, anzi, una pratica intensa del nuoto, rende la colonna vertebrale più mobile e di conseguenza più "deformabile", infatti si è visto che durante la fase di galleggiamento, specie quando si è sulla superficie dell’acqua in posizione prona, per evitare che le gambe affondino, occorre per forza di cose accentuare la lordosi lombare, una situazione già ben presente nei soggetti scoliotici, e che influisce negativamente sull’ evoluzione di questa malattia.
Inoltre, nelle scoliosi che presentino deformazioni toraciche importanti, il nuoto potrebbe risultare dannoso a causa delle respirazioni forzate e dalla pressione che l'acqua esercita sul cilindro toracico.